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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663214
Dossi, Carlo 15 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

terra. - Non mormorìi, non applàusi. Ma Aronne avèa dato una voce al sentimento comune, sempre in cerca di forma, e però tutti tacitamente, approvando a

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codardo e non arrossiva, e ricordava il futuro e bramava una casa ... E l'èstasi sua, a poco a poco mutàndosi in sonno, e i suòi pensieri fondèndosi in

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acute quanto più meritate, tuttavìa, la maggior parte di essi non poteva sottrarsi a un languore di melancòlica insoddisfazione, a una amaritùdine

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Una notte serena. Qual frèmito di voluttà, quale onda d'amore, bàstano, queste sole parole, a svegliare in quelle ànime musicali, che, perfin dalla

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uguaglianza della miseria, fu d'uopo, riafratellando la roba, trarre la vita in una specie di comunismo. Infatti, le vettovaglie, che dovèan bastare a

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? - proruppe. E spessamente serrava a Gualdo le mani, e aspettava ch'ei rispondesse ad una dimanda ancor non osata; ma, veduto, che quello, nonchè non venirgli

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Stàvano i deportati - una quarantina - uòmini e donne, sulla nuova spiaggia tra le cataste di roba e le pacìfiche forme degli agnelli e de' buòi

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ingordigia dell'ira, la lingua, sì ch'ei dovèa ben spesso parlar con le mani, sentìvasi ora di una inesaurìbile eloquenza, che avrebbe messo in un sacco

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sobbalzò. Egli temette che il sonno non si dovesse più distaccare da lei. E corse, con la svenuta, alla soglia di una vicina spelonca, un de' suòi

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vista, l'ànimo mi si velava di una dolcezza amarìssima, gli occhi mi diventàvan lucenti, màdido il viso, e allora amavo i luoghi a tè cari, dove

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espugnato; pur, questa volta, non era bisogno di pane; era un altro bisogno, non meno forse imperioso, quello di un viso non suo. Chè lui serrava una voglia

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bujo ancora del sonno, a trovarsi, dopo le imaginate lusinghe di una libertà senza fine, misurata la vista e il respiro, il piede tra i ceppi, e tra i

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traeva alla spiaggia, fiso ogni sguardo alla rada e ad una balda fregata. Era quella la patria, tanto narrata dai vecchi e tanto dai giòvani udita, la già

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- ella fece con voce affollata e ansante, mentre smaniosa agitava una pistola - per oggi, siam vinti. Stanno i nemici dov'èrano le case nostre. Tutto

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trovarsi in una insenatura di monte, sulla quale, una roccia pendente, parèa, perchè vestita di fiori, offrisse un albergo più che non minacciasse un

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